Chi vede la cravatta come un indumento classico e fuori moda, nonché una sostanziale prerogativa del guardaroba maschile, è rimasto indietro. La banda di stoffa, casual o elegante, da annodare in vario modo intorno al collo è in realtà uno strumento di fantasia all’interno di un look, da giocare in maniera diversa in base al contesto e all’umore.
È vero che ognuno, in fatto di cravatta, rivendica il proprio stile: ad esempio c’è chi la porta volentieri per serate con amici o nel tempo libero, ma a condizione che sia sottile, piccola, fina, portata magari con il nodo sceso. Agli addetti di questo stile un po’ ribelle, la cravatta larga, ben tirata su, farebbe pensare ai completi formali del papà o addirittura del nonno per l’ufficio o in ogni caso per occasioni che richiedano un certo dress code. Quindi, inevitabilmente, insieme alla camicia e alla giacca.
I modi di portare le cravatte, anche quelle che ci sembrano più tradizionali, possono invece moltiplicarsi e sdrammatizzare di colpo quell’aria di serietà che dà voglia, a molti, di boicottarle e preferirgli in alternativa, ad esempio, il papillon. Invece, bastava guardarsi intorno durante le settimane della moda per rendersi conto di come la cravatta sia non solo una proposta must per le prossime stagioni, come visto nelle collezioni in passerella, ma anche un indumento indossato per le strade da uomini e donne di tutte le età.
Proposte divertenti e alternative come le cravatte sopra possono costituire il tocco giovane di un completo, essere indossate sopra ad un maglione con aria distratta, fare capolino da un gilet o da un giaccone sportivo, come il varsity jacket in stile college.
Il discorso cambia se la cravatta costituisce, per chi la sceglie, un oggetto di culto. Intenditori di questo tipo prediligono commissionare modelli su misura, possibilmente con le iniziali, con simboli originali o estremamente significativi per chi la indossa. Pezzi unici in tessuti pregiati, come la seta, o lavorati a mano. In Italia si vanta una grande tradizione sartoriale in merito, a Napoli con Marinella ma anche a Firenze con la maison Ferragamo, che confeziona cravatte ironiche e amatissime, senza troppo stravolgere i canoni. E sono solo un paio di esempi.
I motivi paisley, ispirati alle losanghe dell’antica Persia, sono sempre apprezzati su cravatte e fazzoletti da taschino (pochette). Ma i disegni sono capaci di scatenarsi senza limiti, dalle geometrie di righe, quadretti e pois a piccoli animali o oggetti. Anche i fan della sobrietà non rimangono mai a bocca asciutta, selezionando tinte unite dai colori scuri o fantasie così leggere e discrete da essere note solo ai portatori della cravatta stessa.
L’uso di portare una banda di stoffa al collo che scende in verticale fino all’addome, attraversando il petto, risale ai legionari romani, che intendevano così proteggere le vie respiratorie durante le marce. Il nome cravatta viene invece dal francese cravate, termine per indicare i foulard al collo dei mercenari croati.
Se siete in cerca di suggestioni originali per la primavera estate, Brunello Cucinelli suggerisce di indossare la cravatta di un colore a contrasto con la camicia e con una giacca fantasia o anche un chiodo in pelle, aperto sul collo. Brioni, al contrario, la integra in total look con elementi del completo tutti nello stesso colore, anche satinato per un tocco fuori dalle righe. Kenzo dice sì alla moda baby con cravatte rosa e turchesi.
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