V-Beauty, la routine quotidiana per il benessere intimo


Quante volte capita di rivedere la propria skincare routine per assecondare al meglio le mutevoli esigenze della propria pelle? Oltre a soffermarsi, tanto al mattino quanto alla sera, sulla pulizia nonché sull’idratazione del viso, nella quotidianità è doveroso prendersi cura anche dell’igiene intima. Il motivo? “È importante impostare una corretta routine per preservare l’equilibrio microbiotico genitale, spesso fragile. Si definisce microbiota l’insieme dei microorganismi che popola il corpo dell’essere umano, indispensabile non solo per il corretto “funzionamento” di diversi apparati (tra cui quello genitale) ma per la vita dell’essere umano in generale. Se infatti molti microrganismi (batteri, virus, funghi, protozoi) potrebbero essere in grado di sopravvivere e proliferare senza le specie animali, l’inverso non è affermabile, ovvero le specie animali (compreso l’uomo), allo stato attuale, non potrebbero sopravvivere senza microrganismi. In questo scenario, seppur il microbiota più rappresentato sia quello intestinale (definito il “secondo cervello”), non meno importante è il microbiota vaginale.

 

È importante adottare corrette norme quotidiane poiché il microbiota vaginale può essere influenzato (con conseguente perdita del suo equilibrio, costituendosi pertanto quella che viene definita “disbiosi”) da diversi fattori: abitudini igieniche, alimentazione, rapporti sessuali, malattie sistemiche, terapie (antibiotici, immunosoppressori, radioterapia) e traumi. Inoltre, tali norme vanno adattate alle diverse epoche della vita della donna: il microbiota, infatti, muta nelle varie fasi, quali nascita, pubertà, età fertile, gravidanza, allattamento e menopausa. Mantenere un corretto equilibrio del microbiota vaginale può quindi evitare infezioni genitourinarie e sembra inoltre avere anche un impatto positivo sul rischio di cancro del collo dell’utero”, spiega il Dottor Antonio Raffone, ginecologo di MioDottore.

 

Dalla detersione all’asciugatura: gli steps essenziali

Dalla teoria alla pratica: due i passaggi cruciali da seguire con attenzione e premura ovvero il lavaggio e l’asciugatura. “Durante il lavaggio, la detersione deve essere applicata esclusivamente ai genitali esterni, con movimenti anteroposteriori, ovvero in direzione dalla vulva all’ano, e non viceversa. Tale direzione è cruciale per ridurre il rischio di contaminazione genitale da microrganismi intestinali, alla base delle più comuni infezioni genitali. Inoltre, è consigliabile non lasciare residui di detergente, in quanto potrebbero predisporre a irritazioni. Per quanto riguarda l’asciugatura, è necessario che venga effettuata accuratamente, tamponando – e non sfregando – evitando di lasciare la zona genitale bagnata, dal momento che un ambiente caldo e umido rappresenta un ottimo substrato per la proliferazione di molti microrganismi patogeni. Potrebbe essere consigliabile preferire carta igienica o fazzoletti monouso agli asciugamani che rischiano di essere fonte di microrganismi in grado di alterare il microbiota vaginale. Laddove si preferiscano gli asciugamani, sarebbe consigliabile un ricambio frequente, con loro lavaggio ad alte temperature. Per l’igiene in ambiente non domestico, potrebbero essere utili salviettine intime a pH più acido (pH: 3.5) e attività antisettica”, spiega l’esperto.

 

Detergente intimo: il prodotto giusto in base alle fasi della propria vita

Oltre al come lavarsi è bene soffermarsi anche sulla scelta del detergente che deve variare in base alla fase della vita che si sta attraversando: “Il microbiota vaginale varia nelle diverse fasi della vita, con ripercussioni anche sul pH vaginale. È importante che tale pH sia sempre equilibrato in ogni epoca, motivo per cui vanno evitati i saponi normali che potrebbero alterarlo e prediligere invece prodotti con pH più vicino alla neutralità (pH: 4,5 -7,0) durante l’infanzia, debolmente acido (pH: 5,5) durante la pubertà, più acido (pH: 3.5 e 4.5) in età fertile e di nuovo più vicino alla neutralità (pH> 5) durante la menopausa. Infine, un pH più acido potrebbe anche essere consigliato in caso di infezioni vaginali o in condizioni ad aumentato rischio di tali infezioni, come gravidanza e mestruazioni.

 

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In qualsiasi fase della vita, vanno comunque evitati abusi di detergente e i lavaggi andrebbero limitati a 2-3 al giorno. Tuttavia, piccola eccezione potrebbe essere costituita dai giorni in cui sono in corso le mestruazioni, quando potrebbe essere vantaggioso qualche lavaggio più frequente con detergenti acidi diluiti in acqua, per acidificare leggermente il pH che tende in questi giorni a essere più basico e per prevenire le irritazioni che potrebbero manifestarsi per l’uso e il contatto prolungato con l’assorbente. Nonostante sia una pratica diffusa, l’utilizzo del bicarbonato per l’igiene intima risulta sconsigliato dal momento che, essendo una sostanza alcalina, contribuirebbe all’alterazione del pH vaginale naturalmente acido e conseguentemente anche a quella del microbiota”, rivela il Dott. Raffone.

 

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Attenzione alle lavande vaginali: “Anche se il loro utilizzo è stato proposto in passato (ad esempio al termine delle mestruazioni o dei rapporti sessuali), andrebbe sconsigliato e limitato solo a situazioni specifiche in quanto possono essere in realtà responsabili di alterazioni del microbiota vaginale”, specifica il ginecologo.

 

Le regole d’oro per salvaguardare il benessere intimo

Anche le buone abitudini contano: “È consigliabile prediligere indumenti intimi traspiranti, realizzati in cotone o con materiali naturali. Indumenti attillati potrebbero facilitare l’insorgenza di irritazioni, mentre i capi sintetici potrebbero favorire la sudorazione, entrambe condizioni favorenti lo sviluppo di infezioni e infiammazione. Per le stesse motivazioni, andrebbe anche limitato l’utilizzo dei cosiddetti ‘salva-slip’ dal momento che anch’essi non garantiscono un’adeguata traspirazione”, afferma il professionista. Oltre a seguire alcuni consigli e norme pratici nella quotidianità bisogna ricordare, come sottolinea l’esperto, di effettuare visite ginecologiche di controllo periodiche (generalmente almeno a cadenza annuale in assenza di condizioni specifiche) o da effettuarsi il prima possibile in caso di insorgenza di segni e/o sintomi.

 

“Tali visite andrebbero iniziate in età adolescenziale o comunque a partire dall’inizio dell’attività sessuale della donna. Sono anche di grande importanza sia per la prevenzione oncologica sia per la diagnosi precoce, l’eventuale trattamento e il follow-up di patologie ginecologiche benigne capaci di impattare negativamente sul benessere genitale e generale della donna. Permettono inoltre in età adolescenziale di trattare temi come educazione sessuale e contraccezione che, a loro volta, possono avere un importante ruolo nella preservazione del benessere intimo e della salute in generale, prevenendo infezioni a trasmissione sessuale”, conclude il Dott. Raffone.

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