È tempo di preparare la valigia delle vacanze, e soprattutto di decidere il costume da bagno da portare con sé in caso di villeggiatura marittima. Certamente se ne sceglierà più di un modello, ma su quale stile puntare? Il costume intero è un grande classico: ha visto alcuni anni di declino rispetto al mondo delle tendenze, ma è tornato più forte che mai in tutta la sua eleganza e capacità di adattarsi agli stili contemporanei, pur mantenendo quell’allure retro-chic che non guasta mai. Il due pezzi o bikini è invece un evergreen, un must per il mare che, dalle sue origini a oggi, non ha mai smesso di essere il preferito delle donne, sia in versione minimale che nelle accezioni più elaborate.
Ma per chi desidera qualcosa di diverso, un costume vivace, allegro, sui generis e allo stesso tempo sensuale, femminile, esiste una terza via, ed è quel filone di capi per il mare chiamati trikini, tankini, monokini. Sono costumi dai nomi particolari, e in effetti anche le loro forme sono un po’ speciali: asimmetrici, con spacchi, oblò, cut-out, fettucce, stringhe di tessuto che avvolgono il corpo in modo del tutto imprevedibile, ingegnoso e creativo. Costumi che disegnano una silhouette “nuova”, originale, per chi ama dare un tocco brioso al proprio stile vacanziero.
Trikini e monokini si possono usare come sinonimi, perché entrambi si riferiscono ad un costume intero intagliato in modo da sembrare, molto spesso, un due pezzi, oppure un top e uno slip uniti da una particolare lavorazione di tessuto, magari a contrasto. Dal punto di vista del “tri”-kini si tratta di un costume composto da tre pezzi uniti, mentre secondo la filosofia del “mono”-kini ci troviamo di fronte ad un pezzo unico adeguatamente tagliato e cucito. Ci sono modelli che uniscono semplicemente il top con lo slip grazie ad una fettuccia o due di tessuto. Oppure modelli con grandi oblò sull’addome. O ancora, face che avvolgono il decolleté e scendono fino ai fianchi tracciando disegni asimmetrici. Il tankini è invece la versione due pezzi del costume “non classico”, che abbina una parte superiore (“tank”, ovvero top, canotta) e uno slip ma proponendo bretelle monospalla, fasce cut-out, allacci e intrecci speciali.
Pur essendo modelli molto contemporanei, trikini e simili affondano le loro radici negli anni ’60. Sarebbe stata la Francia ad averlo visto nascere per prima nel 1967, ma negli anni a venire anche in Italia alcuni concorsi di bellezza lo adottarono per far sfilare le concorrenti. Fu indossato dalle Miss Italia del 1969, per intenderci. Un pizzico di fascino vintage lo hanno anche loro, insomma, ma lo dosano sapientemente grazie alla creatività contemporanea che fa di alcuni modelli delle vere opere d’arte, capaci di modellare il corpo in modo scultoreo.
I trikini e tankini hanno infatti la peculiarità di poter essere scelti anche in base alla fisicità specifica di ogni donna. Pensateci: se si vuole valorizzare l’addome, si potrà scegliere un modello con grande oblò frontale. Se invece è la curva dei fianchi che vogliamo accentuare, il classico trikini con fettuccia centrale sarà perfetto. Ancora, quando sono spalle e decolleté i punti da sottolineare, i tankini con scollo elaborato, magari monospalla, sono esteticamente azzeccatissimi. Non sono i modelli ideali per una tintarella uniforme (meglio indossarli quando si è già conquistato il colorito desiderato per evitare strani segni sul corpo), ma certamente sono un must per chi ama distinguersi sotto il solleone, aggiungendo un tocco di unicità ai propri outfit marittimi.