“Date a una ragazza la scarpa giusta e lei conquisterà il mondo”, disse Marilyn Monroe. Scegliere la scarpa giusta non significa seguire le ultime tendenze fashion, ma assicurare ai piedi, passo dopo passo, una sensazione di massimo comfort. “Il tipo di calzatura con la sua struttura ha una importante valenza sul benessere fisico per l’incidenza che ha sulla postura, sulla stabilità, sulle eventuali alterazioni al segmento piede, al ginocchio e sulla colonna vertebrale, con le conseguenti algie”, spiegano il professor Mario Esposito, docente presso la facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli studi di Roma “Tor Vergata” e il dottor Danilo Stanzione, titolare dello studio romano di fisioterapia sportiva Extrafisio.
Bisogna dunque imparare a rispettare i propri piedi, vere e proprie colonne portanti del nostro corpo: “Il piede, sezione fondamentale dell’apparato locomotore, è composto da 26 ossa, 30 articolazioni, 20 muscoli che compongono nella loro complicità di soluzione fisiologica 3 archi con una volta. La struttura del piede non è importante solo per la deambulazione ma, essendo responsabile nel 12% della spinta in senso centripeto della massa sanguigna, è fondamentale per la circolazione, anche per questo ultimo motivo è doveroso analizzare la calzatura prima del suo acquisto”, sottolineano gli esperti.
Croce e delizia di ogni donna i tacchi, da sempre considerati simbolo di femminilità, sono sì dei fedeli alleati in quanto aiutano a slanciare la silhouette ma, al tempo stesso, possono essere anche fonte di disagio. Onde evitare traumi e dolori, soprattutto nella quotidianità, è meglio volare basso. Ciò non significa, ovviamente, sacrificare il lato estetico. “Il peso sovrastante del soggetto arriva sull’astragalo primo segmento osseo di contatto con la gamba e il 57% verrà dirottato al retropiede sul calcagno (tuberosità inferiore), il 43% alla zona meso-avampodalica di cui 2/3 alla testa del primo metatarso e 1/3 a quella del quinto. Da questa analisi si rileva l’importanza dell’altezza del tacco che, per avere una distribuzione del peso uguale tra retropiede e avampiede, deve essere nell’adulto di circa 2 cm. Se l’altezza del tacco è maggiore il carico aumenta sulla zona dell’avampiede con conseguente inevitabile metatarsalgia. Un’altezza di circa 10 cm comporta una situazione di perpendicolarità al pavimento con schiacciamento delle teste metatarsali, una deambulazione non fisiologica, una postura rigida e scorretta con conseguente alterazione delle curve fisiologiche della colonna vertebrale”, evidenziano i professionisti.
Anche la forma conta: “Il disegno del tacco, se presenta una parte distale più ampia rispetto al corpo mediale (tacco a campana), consente una migliore stabilità. L’altezza, se supera i 6 cm, espone il piede a forti pressioni nella zona metatarsale con conseguente alterazione dell’arco trasverso e infiammazioni delle teste”, precisano gli esperti. Ma non è tutto in quanto nella scelta della calzatura bisogna tenere conto anche della suola che deve evidenziare proprietà di flessibilità con il punto critico in posizione ottimale, pre-metatarsale, per evitare la sollecitazione sulle teste degli stessi segmenti ossei.
Non è da meno la tomaia: “L’invaso deve essere ampio e non aderente all’altezza delle falangi ad evitare la sovrapposizione delle dita e ulcerazioni da attrito. Il contrafforte dello stesso deve essere di media rigidità, tanto da permettere un buon sostegno senza sollecitazioni al retropiede”, concludono i professionisti. Mai rinunciare alla comodità e alla libertà di movimento, una priorità assoluta.