Quante volte mentre si fa la spesa si approfitta per acquistare anche i prodotti per la beauty routine? Fare scelte frettolose, con troppa leggerezza, non premia, anzi penalizza. E a rimetterci potrebbe essere la salute nonché la bellezza della propria chioma. Quando si tratta di acquistare lo shampoo si tende a lasciarsi conquistare dal packaging accattivante o dalla profumazione inebriante o magari dal prezzo conveniente. Sbagliato. Il prodotto giusto in grado di sublimare e rendere giustizia alla propria capigliatura, cute e lunghezze, deve essere scelto in base alle proprie esigenze. E all’INCI ovviamente. In caso di errore a parlare chiaro saranno i capelli stessi lanciando evidenti segnali d’allarme che non dobbiamo sottovalutare e tantomeno ignorare.
“Partiamo dal presupposto che con lo shampoo laviamo la cute, quindi va applicato sul cuoio capelluto. A meno che non ci siano anomalie da ripristinare, esistono prodotti cosmetici che proteggono il colore, possono idratare, dare volume etc. ma che non effettuano alcun trattamento”, spiega Stefano La Luna, hair stylist titolare del salone Hairmoon di Tortoreto Lido.
Capire quale possa essere il prodotto che più fa al proprio caso non è facile. Oltre ad affidarsi ai consigli di uno specialista l’unica cosa da fare, come consiglia l’hair stylist, è procedere per tentativi: “Ognuno di noi può avere una risposta più o meno personale poiché ogni testa risponde in maniera diversa ogni qualvolta entra a contatto con degli ingredienti. Credo che un buon prodotto debba avere le caratteristiche di una buona igiene cutanea evitando di ingrassare i capelli. Escludiamo da questa categoria soluzioni commerciali che lasciano i capelli disidratati: ricordiamo che, fondamentalmente, lo shampoo lava mentre il lavoro di cosmesi sulle lunghezze si esegue con altro”, precisa l’esperto.
Quando dunque uno shampoo non è in linea con le proprie esigenze sarà la cute stessa a manifestarlo: “Ci sono dei prodotti che, risultando piuttosto aggressivi, possono arrecare dei fastidi come prurito, eccesso di sebo o desquamazione. O ancora alterare il microbioma e, quindi, predispore la cute alla forfora”, conclude Stefano La Luna.