L’inverno è arrivato: le temperature iniziano a scendere vertigionasamente costringendo a rivedere il look per scongiurare colpi di freddo. Uno degli accessori più utilizzati per questioni di praticità e stile è senza ombra di dubbio il cappello. Indossarlo permette di unire l’utile al dilettevole ovvero protegge dal vento gelido e, al tempo stesso, aggiunge un tocco di personalità all’intero outfit. L’occhio vuole la sua parte, è vero, ma spesso ci si chiede se l’utilizzo quotidiano di un copricapo possa arrecare dei danni ai capelli. “L’uso del cappello dal punto di vista estetico e tricologico, in generale, non comporta alcun problema. L’utilizzo prolungato del copricapo, se da un lato favorisce l’igiene proteggendo cute e capelli, dall’altra può determinare un aumento della sudorazione, quindi eventuali arrossamenti del derma e scatenare prurito; ciò avrà come conseguenza una maggiore frequenza dei lavaggi. Il che non comporta alcun problema se vengono effettuati con una scelta adeguata dello shampoo in relazione al tipo di cute e capelli”, spiega Angelo Labrozzi, farmacista esperto nella cura dei capelli.
Per evitare complicazioni, la prevenzione è importante. Esistono infatti prodotti e buone abitudini che bisognerebbe inserire nella propria hair routine. “Anche per l’igiene del cuoio capelluto e dei capelli la parola d’ordine è “prevenzione” ovvero la scelta di prodotti adeguati in relazione alla tipologia di cute-capello e alla frequenza di lavaggio. Uno shampoo a uso frequente (caratterizzato da una buona miscela di tensioattivi) associato a una corretta manualità, garantisce a chiunque una detergenza soddisfacente. Tuttavia dobbiamo sapere che ognuno di noi si caratterizza e tipizza per qualità-quantità di sudorazione e tipologia di capello (anche per la personale storia tricologica), dunque se si è insoddisfatti della propria cosmesi/gestione estetica dei capelli a seguito di utilizzo frequente del cappello e/o di particolari condizioni lavorative per uso di copricapo, è importante recarsi da un professionista del settore tricologico per essere indirizzati verso prodotti specifici che possono richiedere anche una particolare manualità per sviluppare il loro potere lavante”, conclude l’esperto.