Non è una novità: la crema solare, soprattutto in estate, è una preziosa alleata, una compagna di viaggio a cui non bisogna rinunciare per tutelare la salute e l’aspetto della pelle. “Le creme solari sono prodotti specifici che aiutano a contrastare i danni da raggi ultravioletti (UV) in corso di esposizione al sole. I raggi UV, e in particolare gli UVA e gli UVB, sono infatti capaci di causare danni significativi alla pelle, soprattutto se non già abbronzata, sia immediati che a distanza di tempo. Gli effetti immediati sono in genere passeggeri e si possono manifestare con eritemi, scottature o, nei casi più gravi, anche ustioni solari oppure – più raramente – con reazioni allergiche o irritazioni della pelle. Gli effetti a lungo termine, invece, compaiono soprattutto in seguito a esposizioni croniche e protratte negli anni in maniera incontrollata e sono rappresentati dall’invecchiamento precoce (con degradazione del collagene e dell’elastina e conseguente formazione di rughe, macchie solari o altre imperfezioni) e dai tumori della pelle (carcinoma basocellulare e spinocellulare, melanoma)”, spiega la Dott.ssa Maria Letizia Musumeci, specialista in dermatologia che ha fornito pratici consigli per vivere un’estate in sicurezza.
A ogni pelle la sua crema
Non esiste una crema solare uguale per tutti e, per tale motivo, bisognerebbe rivolgersi al proprio dermatologo per individuare il prodotto più indicato per soddisfare le esigenze della propria pelle: è importante scegliere prodotti formulati in modo da essere delicati e non causare irritazioni o scolorimenti dei tessuti. Devono inoltre offrire una protezione adeguata con un alto SPF (fattore di protezione solare) acronimo che indica la capacità del prodotto di proteggere la pelle in particolare dai raggi UVB mentre la sigla PPD (Persistent Pigment Darkening) si riferisce alla capacità di protezione nei confronti dei raggi UVA.
Filtro chimico vs filtro fisico
I filtri presenti nelle creme solari sono di due tipi: i filtri chimici, noti anche come filtri organici, sono costituiti da sostanze sintetizzate appositamente per assorbire i raggi UV e, quando entrano in contatto con essi, catturano l’energia luminosa convertendola in energia termica rilasciandola sotto forma di calore. Hanno anche il vantaggio di favorire un’abbronzatura più omogenea poiché permettono ai raggi UV di penetrare uniformemente nella pelle ma possono causare reazioni fotochimiche quindi irritazioni della pelle o allergie in alcuni soggetti con predisposizione a reazioni di fotosensibilità. I filtri fisici invece, noti anche come minerali o inorganici, contengono piccole particelle minerali (ad esempio l’argilla, l’ossido di zinco e il biossido di titanio) che possono essere prodotti sia naturalmente che sinteticamente. Queste particelle creano una barriera sulla superficie della pelle riflettendo i raggi UV. A differenza dei filtri solari chimici, quelli fisici rimangono in superficie e non trattengono il calore. Essi sono fotostabili, il che significa che non si degradano durante l’esposizione solare, consentendo di respingere sia gli UVA che gli UVB senza interagire con essi ed evitando danni ai filtri stessi. Nonostante risultino particolarmente sicuri per la salute della pelle e generalmente sono ben tollerati da persone con pelli sensibili, presentano il piccolo svantaggio di lasciare una leggera patina biancastra sulla pelle, anche se le più moderne formulazioni utilizzano particelle in forma micronizzata in grado di ridurre questo effetto indesiderato.
Solari ecosostenibili: come proteggere la pelle senza danneggiare l’ambiente
Quando si sceglie una crema solare, inoltre, non va trascurato il concetto di ecosostenibilità: esistono in commercio prodotti che prevedono un ridotto utilizzo di sostanze chimiche dannose per l’ambiente. Oltre a contenere ingredienti biodegradabili, filtri minerali meno dannosi per gli organismi acquatici rispetto ai filtri chimici tradizionali, hanno un packaging sostenibile caratterizzato da imballaggi ecologici e riciclabili. Sono inoltre cruelty-free e vegan quindi non sono testati sugli animali e non contengono ingredienti di origine animale. A tal proposito è bene controllare attentamente l’INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients) per accertarsi che non siano presenti sostanze dannose come ossibenzoni, octinoxate o nanoparticelle di biossido di titanio, preferendo le creme solari con ingredienti naturali quali ossido di zinco e olio di cocco, per una protezione più delicata ma efficace.
Come conservare le creme solari
Quando vengono aperte, le creme solari possono entrare in contatto con sabbia, polvere e calore, fattori che possono comprometterne l’efficacia nonché il livello di protezione solare. È utile infatti adottare delle accortezze per garantire la corretta conservazione del prodotto. Inoltre le creme solari, come tutti i cosmetici, sono soggette a una “vita utile” e dopo l’apertura è consigliabile utilizzarle entro il periodo indicato nel simbolo PAO (Period After Opening). L’utilizzo di una crema solare scaduta o alterata comporta rischi significativi per la salute della pelle: la sua protezione potrebbe risultare meno efficace, aumentando i rischi dannosi dovuti ai raggi solari e favorendo la comparsa di scottature, invecchiamento precoce della pelle e persino danni irreversibili sulla pelle. Conservare le creme solari in modo corretto è altrettanto indispensabile: dovrebbero essere riposte in un luogo fresco e asciutto, possibilmente all’interno di un armadietto o in una borsa termica, lontano dalla luce diretta del sole. Il calore eccessivo può alterare la formula chimica del prodotto compromettendone la consistenza ma soprattutto l’efficacia. Seguire queste indicazioni garantirà che la crema solare svolga il suo ruolo di scudo protettivo contro i danni del sole, permettendo di godere appieno degli effetti positivi del sole e dell’aria aperta senza compromettere la salute della pelle.