Pochi capi di abbigliamento hanno dimostrato la versatilità, la longevità, la capacità di adattamento del bomber. Capospalla iconico, amatissimo dalle star e soprattutto dalle modelle (Cara Delevingne, Gigi Hadid, Hailey Bieber sono tra le più accanite fan di questa giacca) specialmente nella versione primaverile che lo vuole leggero, fluido, da indossare semplicemente sopra una t-shirt o un tank-top, è un capo che nasce in un mondo distantissimo dalle passerelle, e si evolve in realtà altrettanto avulse alla moda ‘mainstream’. Eppure, è riuscito a finire tra le collezioni di streetwear e moda luxury, guadagnandosi il titolo indiscusso di giacca perfetta per la mezza stagione.
Pratico, si indossa con mille tipi outfit e sta bene letteralmente a tutti. Se poi è elaborato con qualche dettaglio chic (ruches, ricami, maniche a palloncino), oppure modellato per diventare extra lungo, o, viceversa, super corto, acquista anche un carattere tutto particolare e contemporaneo. Ma c’è anche chi lo ama nella sua versione più basica, caratterizzata dalla forma leggermente bombata – la sua silhouette è immediatamente riconoscibile – il colletto e i polsini in maglia, il taschino con zip sulla manica come da modello militare.
È proprio da lì che proviene infatti il bomber: dal mondo militare, per la precisione da quello dell’aeronautica. Non a caso, era noto anche come ‘pilot jacket’, perché era proprio il capospalla che indossavano i piloti americani già all’epoca della Prima Guerra Mondiale (mentre in Europa ancora si volava con lunghi e ingombranti giacconi). La versione con i ricami che oggi è tanto di moda sembra si debba ad un pilota americano di servizio in Giappone alla fine della Seconda Guerra Mondiale, che portò il suo bomber presso una sartoria per personalizzarlo. Egli volle semplicemente cucire il nome della sua divisione, le sue iniziali, ma l’idea avrebbe dato il via alla tendenza chiamata sukajyan, ovvero la ‘giacca souvenir’, i cui ricami possono diventare anche grandi disegni, decorazioni, pattern floreali.
Ma torniamo al bomber: dopo aver fatto parte per diversi anni del mondo militare, da cui spesso la moda attinge per ispirarsi, il bomber è entrato nei guardaroba dei civili a partire dagli anni ’50. Naturalmente venne adattato alla vita di tutti i giorni, alleggerendosi nelle forme e nei materiali, e fu rielaborato dai marchi di abbigliamento per diventare una giacca di uso comune. Ma furono in particolare alcune sottoculture giovanili a farlo proprio: tra gli anni ’70 e ’80 il bomber diventò un capo iconico degli skinhead, dei punk, specialmente in Gran Bretagna, e successivamente anche del mondo dell’hip hop. Inseritosi nel mondo delle controculture, della ribellione giovanile, della musica, vi rimase per molto tempo.
Eppure, allo stesso tempo il bomber è riuscito a prendere anche un’altra deriva assai popolare, da quando ha lasciato il mondo dell’aviazione. Negli stessi anni infatti, venne adottato dal mondo del baseball e in generale dei college americani: la versione classica di questi modelli, quella bi-colore con le maniche bianche, il logo della squadra o del college, il colletto e i polsini a righe, rimase per molto tempo una sorta di ‘divisa’ di una cultura giovanile decisamente meno ribelle di quella menzionata in precedenza, sicuramente più pop.
La rinascita del bomber prende spunto da entrambi questi mondi. C’è la versione più ‘preppy’, più americana, e quella più punk, di ispirazione londinese. E poi ci sono i tocchi di stile delle maison contemporanee che elevano queste giacche impiegando il satin, giocando con il logo luxury, facendolo proprio e richiamando ai propri codici stilistici. Versace per esempio lo impreziosisce con la stampa barocca su un twill di seta, mentre Tommy Hilfiger lo allunga fino a farlo diventare una giacca midi verde militare.
Fay lo accorcia e taglia le maniche, bombandole leggermente, mentre Ralph Lauren lo rende tutto dorato. Moschino gioca con le iconiche stampe pop, G-Star ne propone una versione cropped elegante e sofisticata, mentre in casa Libertine diventa di lino, perfetto per l’estate. Ma c’è anche chi si rifà ai classici, come Pull and Bear che punta sul bomber color kaki, alleggerendolo per farlo diventare un capo primaverile. Non mancano le versioni floreali, delicate e super-contemporanee, come quelle di Bodyflirt che ricordano i sukajyan nipponici.
Non occorrono particolari consigli per abbinare questo tipo di giacca. Si porta con i jeans di qualsiasi modello – skinny, a zampa, ‘mum’ – ma anche con i pantaloni a palazzo, e con qualsiasi chino. Si abbina alle gonne meravigliosamente, sia le longuette che le mini, e anche i modelli lunghi. Si porta con gli abiti, con i capi sportivi, con le mise da sera e quelle da giorno. Con il ‘vaggy’ e l’attillato. Certo, forse non si indossa in occasioni di gala, ma non sorprenderebbe trovarcelo, prima o poi, vista la sua grande versatilità. In ogni caso, il valore aggiunto del bomber è quello di dare una nota forte, ribelle al look, vivacizzando outfit molto classici e accompagnando quelli più sperimentali.