L’estate è sinonimo di mare, vacanza e abbronzatura. Proteggere la pelle dai raggi solari è importante per sfoggiare un incarnato bello, dorato ma soprattutto sano. Molto spesso ci si lascia condizionare da bufale che non fanno altro che mandare in confusione spingendo a compiere passi falsi. Qualche esempio? Come spiega il cosmetologo Umberto Borellini, per preparare la pelle alla tintarella di frequente si sente dire che, mesi prima dell’esposizione al sole, è utile ricorrere a integratori contenenti Beta-carotene: in realtà l’assunzione di carotenoidi non va a influenzare la produzione di melanina. Non bisogna fare confusione perché, se assunto per bocca, questo pigmento di origine vegetale può portare a carotenodermia, condizione che determina una pigmentazione giallo-arancio della pelle: non ha però nulla a che vedere con l’abbronzatura. Assumere carotenoidi, date le loro proprietà antiossidanti, risulta comunque utile per favorire il benessere dell’organismo, soprattutto se vengono associati alle vitamine C ed E.
Altro mito da sfatare riguarda la protezione totale che, contrariamente a quanto si possa immaginare, non tutela al 100% dai raggi UV. Per evitare di trarre in inganno il consumatore, infatti, la Commissione delle Comunità europee ha stabilito il divieto di utilizzare sulle confezioni termini fuorvianti come ad esempio “schermo totale” o “protezione totale”.
Molte volte si sente dire che, quando si è sotto l’ombrellone, si è al sicuro: “In parte è vero ma è bene considerare una serie di variabili come la posizione e la tipologia di ombrellone. Se si cerca riparo ad esempio in barca, bisogna ricordare che l’acqua fa da specchio quindi riflette i raggi solari amplificandone l’intensità. Massima attenzione dunque: è sempre bene tenere conto del proprio fototipo e proteggersi adeguatamente utilizzando un filtro adatto”, precisa il Dott. Borellini.
Cosa succede invece quando il cielo è nuvoloso? “Anche se il cielo è coperto, è opportuno utilizzare la protezione in quanto si è sempre esposti all’azione dei raggi UVA, annoverati tra i principali responsabili dell’invecchiamento precoce della pelle. Le buone abitudini possono fare la differenza: è doveroso leggere accuratamente l’etichetta e verificare che il solare in questione presenti la scritta “PA”, indicatore che segnala la presenza di filtri specifici contro i raggi UVA”, suggerisce l’esperto.
Che dire invece della relazione sole e acne? “L’effetto combinato di sole e sale tende ad asciugare la pelle seborroica ma non riduce l’infiammazione, anzi. L’esposizione ai raggi solari tende ad acutizzarla causando l’ipercheratosi ovvero un ispessimento cutaneo”, informa il Dott. Borellini.
Può capitare di non aver voglia di cospargersi di crema in quanto si teme quell’antiestetica patina bianca che ricopre la pelle: non tutti i prodotti sono uguali. “Schermi solari a base di ossido di zinco o biossido di titanio (purché non siano in formato NANO) offrono molto più di un semplice filtro: questi minerali polverizzati formano una barriera fisica protettiva in grado di riflettere i raggi UV in maniera sicura ed efficace”, conclude il cosmetologo.