A tutto biondo: a ogni testa la giusta colorazione


C’è biondo e biondo: questa gettonatissima colorazione, infatti, si può presentare sotto infinite sfumature. Si spazia dalle tonalità calde a quelle fredde e che si opti per balayage, shatush o degradè la scelta deve essere fatta tenendo conto del proprio incarnato. Quante volte capita di presentarsi dal parrucchiere con una foto strappata dal giornale o presa da profilo social di qualche celebrità nella speranza di poter replicare quel colore sulla propria testa? Va bene lasciarsi ispirare ma è poi opportuno fare i conti con la realtà: sta alla bravura del parrucchiere capire se quanto richiesto dalla cliente possa essere realmente adattato al suo capello, ma anche al viso. Al fine di vedersi al meglio, è doveroso fare scelte consapevoli: ciò che sta bene a qualcun altro, infatti, non è detto che vada bene anche per noi.

 

Colorimetria: personalizzare il colore nel rispetto della chioma

 

Risulta dunque fondamentale, al fine di guardarsi allo specchio ed essere fiere del proprio look, affidarsi a degli esperti in grado di  scegliere e applicare i toni giusti. “Soprattutto quando si ha a che fare con il biondo, è importante trovare un professionista a cui rivolgersi. Vale la pena investire un po’ di tempo e fare una ricerca accurata in maniera tale da individuare un parrucchiere in grado di personalizzare il trattamento tenendo conto delle proprie esigenze e caratteristiche. Essendo il biondo un colore impegnativo, meglio evitare di cambiare troppi saloni: ogni professionista ha il suo metodo di lavoro e passare da uno all’altro non fa altro che stressare e rovinare i capelli”, spiega Arianna Marino, titolare del salone romano Hair Blossom – specializzato in biondo e balayage – e ideatrice del corso online Blonde Me pensato proprio per insegnare ai professionisti della bellezza le tecniche di schiaritura per realizzare chiome naturali dall’effetto sunkissed apprese in California .

 

Colori freddi vs colori caldi

“Sono tante le richieste da parte delle clienti che entrano per la prima volta nel mio salone e mi chiedono un biondo freddo (ad esempio ghiaccio o cenere) e, molto spesso, sono dettate dalla necessità di correggere delle schiariture non effettuate correttamente che richiedono un intervento al fine di neutralizzare gli antiestetici sottotoni gialli emersi. Intervenire con dei pigmenti blu o verdi permette sì di andare a correggere un effetto indesiderato ma è bene sapere che questi toni non fanno altro che catturare e imprigionare la luce a differenza dei colori caldi che, invece, la riflettono conferendo luminosità anche al volto”, precisa l’esperta.

 

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Tutto parte dalla base. “Se si ottiene un buon fondo di schiaritura non è necessario effettuare delle correzioni: se invece rimane ad esempio l’arancio intrappolato nei capelli, prima o poi emergerà e, di conseguenza, sarà necessario effettuare – nell’arco di 1/2 mesi circa – una tonalizzazione oppure un’altra schiaritura. Un lavoro effettuato a regola d’arte permette alla cliente di innamorarsi, giorno dopo giorno, dei propri capelli il cui colore risulterà sempre più bello e naturale. Oggigiorno infatti si tende a prediligere colori meno artefatti, ovviamente, tenendo conto della base di partenza”, sottolinea la professionista.

 

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Olivastro, nordico o ambrato: a ogni incarnato la sua tonalità

 

A ognuna il suo biondo. Quale il colore ideale? Al fine di valorizzarsi e ottenere un risultato armonico, è bene tenere conto della propria carnagione e scegliere dunque un tono appropriato. “In caso di incarnati olivastri, per non accentuare la parte verdastra della pelle, bisogna prediligere toni ambrati, caramellati e mielati. Se parliamo invece di incarnati nordici (che vanno dal bianco al rosato) meglio optare per dei biondi leggeri e delicatamente freddi ovvero dei biondi perlati e sabbiati. Venendo poi agli incarnati ambrati, sono da evitare i toni troppo chiari (come il platino): meglio piuttosto un tono morbido, sicuramente non giallo”, illustra la specialista del biondo.

 

A prescindere dall’effetto realizzato, esiste una regola d’oro che, spesso, non viene rispettata dai parrucchieri: tonalizzare il biondo è uno step essenziale, impossibile farne a meno. Il motivo? “Il tonalizzante riporta a norma l’alterazione del pH dovuta alla schiaritura. Un ultimo consiglio: prima di sottoporsi a una seduta di schiaritura, suggerisco di idratare accuratamente i capelli applicando, per una settimana, degli impacchi e delle maschere nutrienti”, conclude Arianna Marino. Ebbene sì, il biondo perfetto esiste. Tutto sta nell’individuarlo.

 

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